Per più di due anni ArchivioAngolo ha inviato una newsletter dedicata agli eventi storici documentati sul sito. Riproponiamo quelle comunicazioni.
Dalla crescita alla crisi. Gli anni '60 e '70 attraverso due riviste.
Due riviste angolesi, il giornale della Pro Loco e quello del Collettivo Politico Rivoluzionario (C.P.R.), raccontano il passaggio dai lieti e scanzonati anni della crescita economica al periodo, più fosco e greve, della recessione del 1975.
Il foglio patinato della Pro Loco, uscito tra il 1968 e il 1969 mentre il reddito nazionale cresceva oltre il 7% l'anno, racconta dell'apertura di nuove strade - verso Anfurro, Capo di Lago, Monte Pora - della costruzione di moderni e grandi palazzi - il comune e l'Hotel Terme - di ricche feste con i nomi dei personaggi televisivi dell'epoca quali Paolo Villaggio o Scaramacai, dell'inaugurazione di nuovi centri di lavoro come il centro direzionale ATA e di progetti faraonici come la funivia per Vareno.
Quando, nel 1975, arriva la crisi economica e il PIL cala del 2,4%, i rivoluzionari del paese si interrogano pubblicamente sulla sua origine. Le contraddizioni del modello sociale ed economico statunitense, le errate scelte strategiche sul territorio e le difficoltà politiche del partito allora egemone, la Democrazia Cristiana, vengono indicate come le cause vere e profonde del disagio del periodo.
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Continuiamo con la presentazione delle figure dei concittadini perseguitati e schedati dalla polizia del regime fascista (1922 - 1943).
Michele Zanelli, era un contadino di Anfurro. La sera dell'11 Gennaio del 1933, Michele era ormai un vecchio alle prese con i soliti insopportabili dolori reumatici ma pare che, vedendo passare in piazza tre ragazzi del paese che partivano per un'adunata fascista in città, alla quale avrebbe partecipato Benito Mussolini in persona, abbia ridacchiato divertito sotto i suoi lunghi e spioventi baffi bianchi e mormorato in dialetto 'Adesso passano i tre asini e vanno a Brescia a vedere i loro simili'. Ma al regime non sfugge niente, Michele è schedato come antifascista e fino al 1940 attentamente controllato dalle forze dell'ordine.
Angelo Minini è invece un ragazzo di Mazzuno che negli anni '30 emigra in Francia col fratello Francesco. Lavora per qualche mese in una cava di pietra a Parigi, poi si trasferisce a Hettage Grande, presso il confine tedesco, dove era alta la richiesta di manodopera per la costruenda linea Maginot. Angelo aderisce al fronte popolare, l'unione di socialisti e comunisti allora al governo in Francia e fa sapere di non essere disposto, in caso di guerra, a combattere per l'Italia fascista. Il regime non può far altro che schedarlo quale nemico della patria e istruire i posti di frontiera affinché procedano all'arresto in caso di suo rientro in Italia.
Carlo Albertinelli, nato ad Angolo nel 1910, la sera del 22 Giugno 1930 si trovava in un'osteria a Pinzolo quando, sicuramente alticcio, scaraventa il vino del suo bicchiere sul ritratto del Duce che ingentilisce il locale. Viene chiaramente arrestato. Condannato a 4 mesi di carcere con la condizionale, il 21 Agosto è libero. Quando è chiamato a Parma per il servizio militare, la prefettura si allarma, crede che sia sparito e dirama l'ordine di controllo a tutti i valichi di frontiera. Nel 1931 il tribunale militare lo condanna a 13 mesi di reclusione per insubordinazione ma è presto scarcerato grazie all'amnistia del 1932. Congedato a fine anno, viene mantenuto sotto attento controllo poliziesco.
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Presentiamo infine due articoli a tema ecologico pubblicati sul BresciaOggi nel 1993 a firma Giuliano Ganassi.
Il primo riferisce dell'istituzione da parte dei Comuni di Angolo e di Darfo del parco del Lago Moro;
il secondo testimonia dell'apprensione, viva in quegli anni, per i progetti di sfruttamento dell'acqua del Dezzo per la produzione di energia elettrica.